28 maggio 2024 – Con riferimento alle recenti notizie di stampa e TV riguardanti il rialzo (del 44%) dei prezzi delle carte-igienico sanitarie, Assocarta spiega l’incidenza del costo delle materie prime e dell’energia sui costi dell’industria cartaria.
Il prezzo medio annuo del gas naturale, passato dai 10,4 €/MWh del 2020 ai 45,8 €/MWh del 2021, nel 2023 ha visto un calo di prezzo (43 €/Mwh) ma l’incidenza del costo del gas sul fatturato, passata dal 4,2% del 2020 al 30,2% nel 2022, nel 2023 si è collocata sul 12,1%, oltre il doppio del periodo pre-pandemia (6% nel 2019).
A fine 2023 le quotazioni della fibra corta (eucalipto) in dollari risultavano superiori a quelle pre-rincari di fine 2020 del 56% (+74% la variazione in euro). La nuova fase di rincari è proseguita in gennaio (1.140 $/ton), febbraio (1.220 $/ton) e marzo 2024 (1.300 ton), tornando in prossimità dei massimi registrati nel 2022. Per la fibra lunga (NBSK), la situazione e’ analoga con quotazioni di fine 2023 in dollari che risultavano superiori a quelle pre-rincari del 55% (in euro del +68%). Tendenza al rialzo proseguita nei primi mesi 2024: 1.350 $/ton in gennaio, 1.380-1.400 $/ton in febbraio, 1.450-1.470 $/ton in marzo, livelli prossimi alle quotazioni massime registrate nell’estate 2022.
“Come settore italiano produciamo carte igienico-sanitarie in una cornice di pesanti costi energetici frutto della messa al bando del gas russo e di una domanda mondiale di fibre molto sostenuta e legata ai mercati asiatici che fa lievitare i costi delle cellulose. E’ bene ricordare che questo settore merceologico, oltre a rappresentare un presidio fondamentale per l’igiene, la prevenzione e il benessere vedono l’Italia come primo produttore europeo” afferma Lorenzo Poli, Presidente di Assocarta.
“Questo primato va inserito in un contesto normativo europeo e nazionale riguardante le materie prime fra i più rigorosi a livello mondiale, in termini di sostenibilità ambientale” precisa Poli.“L’industria cartaria in generale, ma quella europea e italiana in particolare” spiega Poli “utilizza unicamente cellulosa di cui è verificata la provenienza e il rispetto delle normative nazionali a tutela delle foreste, come previsto dal regolamento europeo 995 del 2010 (c.d. Due Diligence). Non vi è quindi modo di trovare in Italia e in Europa carta che possa essere in qualche modo collegata ai tragici fenomeni di deforestazione, da cui il settore è estraneo. A questo si aggiunge che circa il 90% delle fibre e’ certificato dai sistemi FSC/PEFC (sistemi che garantiscono che il bosco sia gestito in modo sostenibile), mentre numerose tipologie di carta igienica accedono ai criteri specifici Ecolabel introdotti dalla Commissione Europea”.
Il mantenimento in salute delle foreste per il settore, sia a livello europeo che mondiale, è garanzia di approvvigionamento di una materia prima naturale e rinnovabile. Non è interesse dell’industria cartaria il disboscamento, ma anzi il suo esatto contrario. I fenomeni di disboscamento risultano piuttosto legati alla necessità di aumentare le aree agricole disponibili e accedere alle risorse minerarie nel suolo, come più volte sostenuto dalla FAO. La stessa FAO, a proposito delle foreste europee – da cui proviene una parte della cellulosa – ha affermato che sono aumentate del 30% negli ultimi 20 anni, un dato ancora poco conosciuto.
L’industria cartaria da sempre fortemente impegnato in progetti di efficientamento e ottimizzazione e oggi, più che mai, lavora con convinzione per attuare un complesso percorso di decarbonizzazione per il raggiungimento degli obiettivi europei.